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Un’ardita, coraggiosissima costruzione architettonica a schiena
d’asino si protende con le sue arcate asimmetriche al di sopra
del fiume Serchio. La singolarità della sua struttura da sempre
ha acceso l’entusiasmoe la curiosità degli appassionati
di stiria e di arte non solo per l’indubbia bellezza dell’opera,
ma anche per le difficoltà realizzative, soprattutto se si considera
la remotissima epoca della costruzione, da ascrivere al secolo XI.Chiamato “del
Diavolo” per un’anticaleggenda e “della Maddalena” da
un’edicola che conserva la statua della Santa, il Ponte fu fatto
erigere dalla Contessa Matilde. Secondo una antica leggenda pare che
il costruttore, non riuscendo ad innalzare l’arco maggiore del
ponte avesse implorato la collaborazione del Diavolo. Questi, in cambio
della prima anima che avesse attraversato il ponte, concesse il suo
aiuto, realizzando l’opera in una sola notte. Quindi il costruttore,
furbescamente, aizzò un cane a correre su per il ponte; così il
Diavolo, beffato dovette accontentarsi dell’anima di una bestia,
scomparendo nelle acque del Serchio. Presso molti popoli e culture,
da tempi remotissimi la costruzioni di ponti veniva considerata un’operazione
delicata dal punto di vista religioso, poiché il ponte unisce
artificialmente ciò che è diviso in natura. |